A big Friday…

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ovvero anche noi, per un giorno,  abbiamo avuto la nostra “cold Hawaii”!
Testo e foto  © Massimo Re

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Era da quel 26 dicembre di qualche anno fa (parecchi anni fa per la precisione, correva l’anno 1995 o 1996 su per giù) che non si vedeva un libeccio così forte in Liguria. Quel giorno furono misurati sulla spiaggia di Andora ben 78 nodi (anemometro alla mano)… soltanto un ragazzo di Milano provò ad uscire con una 3.3, sembrava che navigasse nella nebbia talmente l’acqua nebulizzava… al primo forward (pazzo!) si aprì la fronte in due e capì che forse il vento era un tantino troppo furioso per provare a stare in acqua.
Venerdi scorso non si è arrivati ad una simile bufera ma ci si è avvicinati di molto: 50 e più nodi di sud ovest (con raffiche a 60) hanno spazzolato fin dal mattino presto la costa ligure di ponente. Intorno a Capo Mele il vento era cosi forte che si formavano sul mare vere e proprie nuvole di acqua polverizzata. Non sembrava di essere inLliguria, nel mediterraneo, pareva piuttosto di essere stati catapultati in qualche spot dei mari del nord…
Una volta superato il Capo io e il mio amico Marco Finnu decidevamo di fare tappa ad Andora, ai bagni Tortuga. Erano soltanto le 10 del mattino ma già ruggivano 40 e passa nodi. Le uniche persone in acqua (due kiter) tornavano verso riva, causa troppo vento. Considerato che le previsioni davano il vento in forte aumento nel corso della mattinata (!) senza perdere tempo incominciavamo a scaricare la macchina e subito ci si presentò un serio problema: dove montare l’attrezzatura senza il rischio di volare via insieme alla vela?! Sulla passeggiata e sotto i portici dell’Aurelia era impensabile… la minima distrazione e la vela si sarebbe spiccicata contro qualche vetrina o, peggio, sarebbe volata sul parabrezza di qualche auto che transitava! Optavamo quindi per una via laterale dove trovavamo due androni esterni piuttosto riparati e li montavamo (in relativa tranquillità) le nostre 4.2 (che saranno enormi per tutta la giornata ma tant’e’, non avevamo vele più piccole). Da ridere è stato poi il trasporto delle vele dalla strada alla spiaggia… l’attraversamento dell’Aurelia con la vela sulla testa è stato una grande prova di coraggio oltre che uno sforzo fisico non indifferente!!!
Alle 11 eravamo in acqua… solo noi due. Il vento picchiava duro ed era poco gestibile ma il fatto che fosse costante e arrivasse fino a riva e che le onde fossero molto ordinate, regolari e distanti tra loro (e non facevano close out) permetteva di saltare in relativa sicurezza e controllo raggiungendo altezze veramente ragguardevoli…

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Ovvio, superati i frangenti, quando ci si allontanava dalla costa, la navigazione diventava pura sopravvivenza, i muscoli degli avambracci sembravano strapparsi da un  momento all’altro e il bordo di rientro lo facevi letteralmente appeso al boma sperando di tornare sano e salvo… Simili condizioni non permettevano di stare in acqua più di 10 minuti consecutivi (per poi prendere fiato per altri 10 minuti a riva). Era la nostra tappa di “Coppa del mondo”: heat da 10 minuti, noi contro il mare e il vento! E’ stata una bella battaglia! Combattuta all’inizio, diventata impari con il passare delle ore e la stanchezza dei nostri fisici che batteva cassa.

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Di contorno, verso l’ora di pranzo, sbucava dalle nuvole (oramai quasi sparite del tutto) un bellissimo sole che allietava ancora di più una giornata già di per sé veramente fantastica. Verso le tre di pomeriggio lasciavamo lo  spot, stremati e doloranti, ma contenti. Anche noi abbiamo avuto la nostra piccola “COLD HAWAII”!!!

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Nel frattempo notizie radio davano copiose nevicate in montagna e un pensiero balenava nella mia testa (“sta a vedere che domani riesco anche a fare fresca…”) è cosi è stato! Un mare di polvere completamente intonsa mi ha accolto sulle montagne della Val di Susa il giorno seguente  passando così dai 60 nodi di vento di Andora ai 60 cm di fresca di Bardonecchia.
Un ringraziamento particolare al mio amico Andrea BARGI che mi supporta sempre (con assiduità e competenza) con materiali al top. Alla prossima. Stay tune.
Testo e foto  ©  Massimo Re
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