Sicily tour 08
Testo smink - photos © silvia berretta
Last minute di capodanno per Dahab, Tenerife, Cabo Verde o… viste le finanze del Wind News Team di fine anno quell’o è diventato quasi un must e nonostante qualche ricerca su internet, la scelta si è via, via orientata su tre mete abbordabili: Tarifa, Sardegna e Sicilia. A dire il vero non si parlava neanche di Tarifa, ma Almerimar, spot del Mediterraneo vicino ad Almeria, circa 200/250 chilometri prima di Tarifa, spot visitato ed ampiamente testato da Max, in una sosta durante il suo anno sabbatico in barca a vela dello scorso anno. Ma sia la distanza che l’efficienza dei mezzi a disposizione hanno contribuito, quasi subito, a far decadere questa destinazione: l’Arca Freccia di Smink dei primi anni 90, risultava il mezzo più affidabile a cui affiancare l’asmatica Vitara di Max o l’esosissima Astra SW a benzina del Panda, auto che fa un km con 5 litri di combustibile. Quindi rimanevano in lizza le due maggiori isole italiane.
“Aspettiamo fino all’ultimo, vediamo le previsioni e poi decidiamo…” questa è stata la decisione intorno al 20 dicembre, anche se Smink premeva per tornare in Sicilia, dove si era trovato come un re lo scorso anno, mentre Max, Straccio e Panda propendevano per la più “economica”, dal punto di vista traghetto, Sardegna.
Silvia e Betta, apparivano abbastanza rassegnate a “subire” le decisioni, tanto con le “comodità” del camper un posto vale l’altro, sennonchè la decisione di Fausto e Stefania di aggregarsi con un altro camper per andare alla scoperta, non solo surfistica, della Sicilia ha fatto propendere la bilancia verso la terra sicula. L’idea era quelle di fare due equipaggi da quattro persone e due camper, ma il fatto che Fausto potesse partire solo il 30/12 ci ha costretto a cambiare i piani. Così siamo partiti in sei, con un camper ed un’auto, il 26 dicembre da Genova alla volta di Palermo. Come l’anno scorso la cifra per il passaggio Genova/Palermo e ritorno con le Grandi Navi Veloci per tre persone ed un camper è stato esoso, andando a picchiare a poco meno di 990 euro, e a quasi 750 per tre persone ed un’auto. Dato che i traghetti non sono quasi mai completamente pieni, si può decidere di partire veramente all’ultimo momento, facendo i biglietti direttamente in porto, dopo aver visto le previsioni…
Previsioni che appunto non annunciavano purtroppo nulla di buon per i prossimi tre giorni…. vento si, all’estremo sud/est, ma anche tanta pioggia. “Ma figurati se piove per tre giorni di seguito…” diceva smink e quelle sono state le ultime parole famose!
Sbarcati il 27 dicembre alle 18 a Palermo, la pioggia ha cominciato ad essere nostra compagna abituale e fino al 31 non ci ha più lasciati… dopo aver dormito in sei nel motor home che a suoi tempi doveva essere uno dei più riusciti in fatto di funzionalità e praticità (vi spiegherò poi il perchè), la mattina del 28 abbiamo deciso di spostarci nella zona di Capo Passero, non prima di aver avvisato Thomas, il quale ci aspettava a Puzziteddu, che saremmo arrivati dalle sue parti, non prima di tre giorni. In tempo per beccare appunto i tre giorni di vento da est, nord/est previsto nell’estremo sud della sicilia.
Una sporadica schiarita ha accompagnato la tappa di trasferimento verso la nostra meta lungo la, relativamente veloce, arteria Palermo/Catania e poi sempre più a sud in direzione Siracusa, Noto, Pachino…
Ma alle due del pomeriggio eravamo ancora lì a cercare il posto giusto… Capo Passero, Porto Palo… tra uno scroscio e l’altro di pioggia si vedeva che il vento era bello forte, ma non avevamo bene l’idea di dove dirigerci per uscire in windsurf. Per fortuna imboccata la piccola litoranea direzione Capo Passero, ci siamo imbattuti in una carovana di camper di windsurfisti… in pratica tutti quelli che avevamo conosciuto lo scorso anno a Puzziteddu più altri amici, attirati sicuramente dagli entusiastici racconti delle condizioni beccate lo scorso anno, sia a livello vento sia a livello clima.
Rapido saluto… il vento non aspetta e via, inversione di marcia e la carovana composta da una quindicina di camper si è diretta a Noto Marina, condotti da qualcuno che aveva già testato in precedenza la “bontà” di questo spot.
Nonostante il continuo nubifragio, lo spot accoglieva già tra le sue onde, un sacco di surfisti locali e non…
Con che vele siete fuori ?! 4.7… ma dai, monta la 5.3 che non c’è un azzo e questi non capiscono un’ostia… chi, in cuor suo, non ha mai pensato di saperne più dei locals e si è visto poi costretto a ritornare a riva, dopo mezz’ora di battaglia, a montare la 4,2. Tutto sommato, nonostante la pioggia, una bella uscita tra le onde con il vento, messo abbastanza bene per surfare!
Ma la prima uscita coincide anche con le prime vittime! Il Panda finisce a roccie e deve tornare a prendere l’auto per andare a recuperare tavola e vela finite, scarocciando sotto vento, in una spiaggia inaccessibile a piedi lungo la scogliera. Quella piaga di Max lo accompagna, rimanendo in muta sotto la pioggia e si ammala… tanto da dover stare a letto un paio di giorni, nell’alberghetto di Noto Marina dove si erano rifugiati i tre muniti d’auto.
La mattina 29 dicembre, tutti i camper che sostavano nell’ampio parcheggio davanti allo spot, erano come d’incanto spariti, e noi “reduci”, rimasti soli, abbandonata la “salma” nel suo letto di dolore, siamo andati alla ricerca di uno spot dove uscire, vicino a Pozzallo verso est.
Qualche onda, poco vento e pioggia ininterrotta ci hanno accompagnato per tutta la giornata che si concludeva con il camper comodamente parcheggiato davanti all’albergo (grazie alla gentilezza dei gestori) ad aspettare che la situazione sanitaria di Max si evolvesse, in un modo o nell’altro, in maniera definitiva!
Abbandonare la salma o portarcela dietro, la mattina del 30 dicembre si apriva con questo dilemma, fugato immediatamente dalle notizie di vento forte vicino a Siracusa che ci comunicava via telefonino, il nostro amico Dino surfista/camperista.
Perdurando nella zona di Noto il diluvio universale, abbiamo immediatamente deciso di spostarci verso nord, lasciando a malincuore una zona bellissima dal punto di vista culturale che deve anche essere un angolo di paradiso con il sole… che però non si è degnato di farsi vedere neanche per cinque minuti in questi tre giorni. La salma, leggermente più viva, riusciva ad aggregarsi prendendo posto sulla capiente stations del Panda, a cui interno gli odori delle mute bagnate, sommate a quelle delle vele bagnate e all’umidità dovuta tre giorni di pioggia ininterrotti, ricordavano sempre più quelli “annusabili” all’interno di un U-boot in immersione da tre mesi.
“Uscite a Melilli e seguite la strada verso il mare…” queste erano le istruzioni, ma non avevamo idea di cosa ci aspettava! Sorpassata Siracusa, lo scenario fino allora invitante, si tramuta in una specie d’incubo… la strada tra Siracusa ed Augusta ci lascia sconcertati: guardi il mare e non vedi altro che navi dappertutto, una zona industriale con al centro un enorme petrolchimico a troneggiare su quelle che una volta dovevano essere delle spiaggie. L’uscita di Melilli coincide con il punto massimo di questo scempio, che non discuto porta lavoro e probabilmente renda ricca la zona, ma, minchia… che brutto posto!
Tanto che scendendo verso il mare ed il petrolchimico, attraversando una ferrovia, abbiamo cominciato a chiederci se il buon Dino non si fosse fatto qualche gotto (bicchiere) di troppo o non ci avesse fatto un pesce d’aprile in anticipo. Sempre più increduli e dubbiosi, tra tubi, sbuffi di vapore e raffinerie varie abbiamo proseguito fino a raggiungere la Penisola di Magnisi, quando passato il capo, in una sporadica schiarita, ci sono apparsi una decina di windsurfisti. Una spiaggietta con tanto di palme, che sembra quasi un’oasi dopo aver passato le raffinerie, accoglieva la solita quindicina di camper e le auto di qualche local.
Lo spot, che tanto può essere brutto perchè calato nello scenario fin qui raccontato, tanto può diventare una vera sciccheria per il windsurf con le condizioni giuste. A prima vista l’acqua non è così inquinata come il posto lasciarebbe intuire, e a parte, una piattaforma di cemento a centro baia, il peggio in fatto di raffinerie, petroliere e company l’abbiamo appena lasciato a nord della piccola penisola. Il nostrano spot di Porto Vado, una volta che sarà realizzata la cosidetta isola per i container, sarà sicuramente molto peggio e le condizioni del spot siculo se le sogna di notte. La prima uscita con la 5,3 loffia ed i wave sugli 85 litri, è stata dapprima titubante, tanto che abbiamo perso tempo per montare sul boma uno dei nuovi aggeggi per le riprese che il buon Strassu ha tirato fuori dal cilindro, anche se vista la forma, potrebbe anche non essere uscito da lì. Ma sorvoliamo… verso sera le onde ed il vento sono aumentati, lasciando intuire le potenzialità di questo spot, ma l’avvanzare delle tenebre ci ha costretto ad uscire dall’acqua per raggiungere, noi in camper, il bel parcheggio attrezzato Von Platen nel centro di Siracusa (tel. 334 3092000 - 347 55228844), i tre in auto l’albergo a Noto Marina. Appuntamento alla mattina dopo visto le previsioni di vento più forte.
L’accogliente area attrezzata con una zona verde dove stazionare si trova al centro della città, situata vicinissimo al Museo Archeologico regionale e al parco Archeologico della Neapolis. E proprio davanti al Santuario della Madonna delle Lacrime che con la sua altezza troneggia nella zona e fa da punto di riferimento se si decide di fare una gita a piedi per Siracusa.
Il 31 dicembre ci ha “svegliato” con la solita copiosa pioggia, che ieri aveva regalato un paio d’ore di tregua… nonostante il vento sembri forte già nel parcheggio di Siracusa, l’umore della truppa tendeva irrimediabilmente al basso. Dopo quattro giorni di pioggia continua, la vacanza soprattutto di di chi non va in acqua cominciava a diventare un po’ monotona, sempre chiusi in camper. Un minino di confort c’è, ma non si può passare tutte le giornata a vedere la tv, leggere, studiare o… pisolare.
Il ricordo della vacanza “sicula” dello scorso anno quando c’era persino scappato un bagno in costume poco prima di capodanno strideva alquanto con i funghi che stavano nascendo nel camper e nella macchina a causa dell’umidità. Un veloce scambio di battute via telefonino con i tre di Noto… “qui piove…” “Ma va?! Qui c’è il sole le onde e le donnine nude che ballano sulla spiaggia…” e, visto che Max sembrava finalmente guarito e voleva essere della partita, si decide di mettere l’ultima tacca sulla stecca del vento, nello spot del giorno precendente, aspettando l’arrivo di Fausto e Stefania con l’altro camper, sbarcati la sera prima a Palermo. Nonostante la pioggia, a tratti violenta, l’ultimo dell’anno ci ha regalato una delle uscite più divertenti dell’ultimo periodo con la 4.7 ed il wave piccolo. Verso sera le onde sono diventate via via più grandi e il vento ha cambiato direzione, “virando” più da terra, diventando perfettamente side e più forte… guardando il mare dallo spot sulla destra, si vedevano arrivare delle bombe di discreta grandezza sulle quali, visto la disposizione sempre più ottimale del vento, si facevano cinque bottom e altrettanti cut back. Senza la pioggia sarebbe stata un’uscita stellare, ma nonostante l’acqua a catinelle non siamo tornati a riva se non a notte fonda, quando proprio ormai non si vedeva più nulla, neanche il bianco dei frangenti.
A riva non c’era quasi più nessuno… le ragazze avevano colto l’occasione di andare a fare spesa per il cenone con l’auto a Siracusa, riuscendo persino a fare tappa dal parrucchiere per l’acconciatura da capodanno mentre tre scemi, disfatti dalla fatica, smontavano le vele sotto l’acqua, ma nel buio più totale, l’unica cosa che si intravedeva era il bianco dei denti nelle bocche dischiuse in sorrisi ebeti… ma quanto basta poco a cambiare l’umore di una giornata di quelle, che tutti avrebbero considerato, terrificanti?! Ed invece per noi è stato il migliore modo per chiudere l’anno. Meno per affrontare, visto la fatica e la palpebra calante, l’attesa dell’anno nuovo…
L’appuntamento era a quel punto con Fausto e Stefania per il Capodanno a Siracusa, con cenone nell’accogliente Arca Freccia parcheggiato nella zona attrezzata Von Platen… e qui mi collego al discorso praticità del mio vecchio camper. Il camper di Fausto dell’ultima generazione, è più lungo di mezzo metro del mio motor home, ma è incapace di accogliere comodamente 4 persone perchè ormai i moderni mezzi sono strutturati in modo completamente diverso, prediligendo la comodità alla praticità. Vorrei vedere 8 persone in un altro camper riuscire a fare il cenone dell’ultimo dell’anno…
Fatti i dovuti brindisi, abbiamo assistito, un po’ preoccupati, allo spettacolo di una città che sembrava essere in piena battaglia… a parte i fuochi artificiali, boati, bagliori, cannonate si sono abbattute allo scoccare della mezzanotte, per più di un’ora su tutta Siracusa. E… sssssshhhh… a mezzanotte aveva smesso di piovere… non ditelo in giro che magari Giove Pluvio ci ripensa!
L’anno è iniziato alla grande: finalmente un bel sole caldo… e non importa se il vento è sparito. Ci voleva un po’ di caldo, un po’ di luce… persino Straccio tira fuori il naso dal suo “bozzo” in cui si era ritirato per il letargo invernale.
Dopo un rapido consulto si decide di far rotta verso Puzziteddu dove è previsto scirocco forte nei prossimi giorni. Per dare un contentino ai poveri accompagnatori, abbiamo deciso di scendere, costeggiando fino a Porto Palo, per poi risalire in direzione ovest toccando Ragusa, Gela, Agrigento, fino a Mazara del Vallo.
Ci sarebbe potuta scappare un bella uscita in surf da onda nello spettacolare scenario di Capo delle Correnti, ma eravamo ancora paghi dell’uscita in windsurf del giorno prima e sapevano che il trasferimento, si sarebbe rivelato lunghissimo e faticoso, utilizzando la statale. La mancanza di un’arteria autostradale che dal sud dell’isola risalga verso Agrigento rende veramente lunghi anche i viaggi di pochi chilometri, visto che è difficile sorpassare e si attraversano paesi e paesetti. D’altra parte però il viaggio ci ha riservato panorami mozzafiato e ci ha “svelato” un po’ della vera Sicilia… soprattutto quando, dopo diverse ore, all’imbrunire, ci siamo trovati davanti i templi illuminati di Agrigento. Qui chi ha un minimo di cultura si vede ed il buon Fausto ha deciso di fermarsi una notte in zona per poi l’indomani fare una veloce visita ai siti archeologici.
Fausto e Stefania hanno così deciso di fare questa sosta, mentre gli altri “viaggiatori” hanno proseguito con ormai in mente un’unica meta… Puzziteddu!
Certo che arrivare nel parcheggio dello spots a tarda sera e non trovare neanche un posto “vista mare” per l’affollamento di camper… beh non ce lo aspettavamo proprio! Non avremo mica creato dei mostri con l’articolo dello scorso anno?! Fatto sta che tutti i surfisti camperizzati presenti sull’isola sembravano essersi dati appuntamento lì…
Trovato uno spazio non senza fatica, ci siamo organizzati per la notte accogliendo a dormire sull’Arca di Noè, per la seconda volta, i tre profughi con l’auto che non si erano ricordati di riavvisare Thomas, lo “chef” locale del loro arrivo.
Il 2 gennaio 2008 ci ha premiato per lo sforzo fatto il giorno prima, per raggiungere Puzziteddu: una splendida giornata di sole, priva di vento, ma che permetteva di assaporare un preludio di primavera e di mettere ad asciugare tutta la “roba” che stava ormai marcendo in auto. Strassu ormai completamente risvegliato dal letargo si è dedicato al suo passatempo preferito e cioè la pesca , anche se, visti i risultati, dopo poco tempo ha abbandonato la caccia ai pesci per montare la sua nuova telecamerina sulla punta della canna. Si è visto così questo strano figuro aggirarsi per lo spot con la canna/cinepresa raccontando che faceva prove per il video… questo fatto mi ha confermato che pure lui completamente normale non sia e possa fare, a buon diritto, parte integrante del Wind News team.
La giornata se n’è volata via in un attimo, in un ozio riparatore delle fatiche dei giorni precedenti ed in attesa dello scirocco previsto per l’indomani, regalandoci il solito tramonto mozzafiato sul mare. Nel frattempo ci aveva raggiunto anche Fausto per godersi i due giorni di vento e soprattutto la mega grigliata serale. Quello che ci siamo mangiato e bevuto la sera del due gennaio è qualcosa di veramente sorprendente, ma ragazzi… come siamo stati bene!
Il 3 gennaio, visti i postumi, ci ha visto “carburare” molto lentamente… Panda, Max e Betta, alloggiati, subito dietro lo spot in una delle belle sistemazione che Thomas è in grado di offrire hanno fatto la loro comparsa non prima delle undici.
Da parte mia mi sono svegliato verso le nove in camper (vista mare su Puzziteddu… impagabile!) ho scostato la tendina in silenzio per non svegliare Silvia e, comodamente sdraiato, ho guardato lo scenario dello spot. In una giornata uggiosa vedevo una Naish con i numeri velici andare avanti o indietro… La Croce?!… azzo è caduto in virata… sarà lui o non sarà lui…. condizioni veramente on shore con il sud… non è lui…. va avanti ed indietro e… azzo un goyter… è lui… poi un push loop. Si, è lui: molto più “umano” di quanto me lo ricordassi in queste condizioni così, così, veramente on shore con il sud… e questo me lo fa diventare ancora più simpatico!
Con la dovuta calma, dopo aver fatto una lauta colazione… (volevate che dopo quello c’eravamo ingollati la sera prima, avessimo un calo degli zuccheri?!) ci siamo apprestati ad uscire, con tavole wave sugli 85 litri e vele da 5,3,/5,7. Un minimo di frangente, ma nulla di particolare perchè il vento invece che da sud/est arrivava troppo da sud e sempre più debole. Nelle ore passate in acqua, mi sono ritrovato più volte a pensare… “riuscirò mai a far capire le potenzialità di questo posto a Max ed il Panda, che l’anno scorso non c’erano e si erano persi la marreggiatona di inizio 2007?”
La risposta era nell’aria… è bastato aspettare il giorno dopo, il 4 gennaio! Una giornata di sole spettacolare con uno scirocco da 4,7 che tirava su una discreta onda proprio davanti allo spot.
Thomas gia in muta mentre ancora noi ci accingevamo a montare, sì è avvicinato e con fare furtivo ci ha detto “ragazzi fatevi una mezz’oretta di bordi qui davanti e poi, senza dare troppo nell’occhio… “lascate di 500 metri e poi vedrete da soli»
Dato che Strassu faceva le foto e che, per i nostri parametri di condizioni wave in Liguria, lì davanti ci stavano già divertendo come dei bambini, la mezz’ora è diventata un paio di orette!
Quando abbiamo finalmente deciso di “scarrocciare” di qualche centinaio di metri e di andare a vedere cosa regalasse lo spot di Torre Granitola… beh, dire che ci siamo mangiati le mani per il tempo perduto, è dir poco!
Passato il capo le onde si regolarizzavano, diventando belle masselle e rompendo solo sotto riva con il vento disposto appena, appena più da terra. Quel “appena, appena” ha permesso delle surfate front side di quelle da sognarsi di notte… date un’occhiata al video Sicily tour cliccando sul sempre più gettonato sito (www.windnews.it/2008/01/21/sicily-tour-capodanno-08/) e guardate la lunghezza della prima surfata dopo il push loop di Fede La Croce e poi pensate che siete nel Mediterraneo.
Altre tre orette di surfate e di sole e… un bel gioco dura poco e come tutti i bei giochi che hanno questo difetto, sono cominciate a scendere le prime ombre della sera e a farsi impellente la necessità di smontare tutto, caricare il camper e, dopo aver salutato Thomas, volgere la prua dell’Arca di Noè in direzione Palermo (un’oretta e mezza di autostrada) per andare a prendere il traghetto che nella notte ci avrebbe riportato a Genova, in tempo per prendere la mareggiata di libeccio prevista in Liguria per il giorno della befana. La prima sola dell’anno, quella in Liguria, incombeva, ma non lo sapevamo ancora e sulla via del ritorno, riguardando le foto “sicule” sul computer di Max, la scimmia di andare a surfare continuava ad urlare sempre più forte! Non è stata epica come la mareggiatona dello scorso anno, ma Puzziteddu aspettaci… ritorniamo al più presto! E ricordando il viso, sconsolato per la vacanza finita, di Dino, mentre scendeva dal traghetto alla guida del suo camper… mi sa che non saremo soli!
scarica il report in formato pdf