Challenger B.lite 5,9/08
Questo test è stato fortemente “voluto”, dal momento che stavo cercando una vela da abbinare al mio Naish Hybrid 96, da utilizzare con venti leggeri e, in alcuni casi, con onda formata. E quindi scattato il test della Challenger B Lite 5,9. Questa vela è il “naturale” prosieguo della Bash nelle misure grandi dalla 5,9 in su. Meno “indistruttibile”, sia della Bash che della Konda, pur mantenendo i rinforzi indispensabili nei punti “giusti” (tipo tasca d’albero di un nuovo materiale più robusto, protezione di base costruita in Thermoform…) assicura una buona “resistenza” nella maggior parte delle circostanze, tenuto anche conto che stiamo parlando di una 6,0 metri e non di una 4,2! Detto questo uno dei punti forti di questa vela è la leggerezza, sicuramente al top della categoria, grazie anche all’utilizzo, nel test, di un Naish Firestick 85: ad ogni modo, l’utilizzo di un rdm o ancora meglio del suo albero ideale il 430 Short 100% Challenger, è fortemente consigliato. Armarla è veramente un gioco da ragazzi, anche se vale il discorso fatto nel test della Konda 5,3: occorre personalizzare un minimo la regolazione del caricabasso (prolunga circa 22 cm e non esagerare con la tensione: basta far sventare le due stecche della penna) mentre per quello della bugna basta un minimo di tensione e la misura stampata sulla tasca, a mio giudizio, rende la vela troppo magra. In caso di vento leggero conviene utilizzare l’occhiello più in alto che “chiude” un po’ di più la vela. Una volta in acqua, la vela non è rapidissima a partire in planata, ma assicura una buona velocità ed è molto versatile: potete fare del freeride, del freestyle e persino del wave e non rimarrete delusi. L’uscita del 1 febbraio è stato emblematico: ad Imperia sono entrato con zero vento a riva e, secondo me, non più di 15 nodi al largo: in queste condizioni ho raggiunto la planata un po’ dopo rispetto alla 6,1 che provava Smink, ma sin dal primo bordo ho potuto apprezzare la leggerezza sulle braccia e la manovrabilità di questa vela. La sorpresa è arrivata due ore dopo: il vento è arrivato deciso, insieme ad un metro abbondante d’onda ed i miei “compagni di merenda” hanno armato la 5,3: un po’ per pigrizia, un po’ per provare la vela a fondo, ho preferito tenere la B.Lite 5,9. Sono rientrato in acqua con un Concrete Wave 91 e… mi sono divertito. Tengo a precisare che sia Smink che Max, che non sono proprio leggerini, giravano belli invelati con la 5,3 ed i wave da 85 litri. Ho ricazzato caricabasso e bugna a manetta utilizzando l’occhiello più basso, ed ho apprezzato la vela in manovra ed addirittura nei salti e in quel poco wave che so fare, sempre in pieno controllo anche quando la velocità, venendo verso riva, si faceva… assassina! Concludendo, si può dire tranquillamente che si tratta di un’ottima vela, molto leggera, manovrabile e tollerante, dal comportamento molto “wave”: a voler trovare un difetto, si può rimproverare un leggero ritardo in planata rispetto alle vele più potenti della categoria freestyle o freemove, soprattutto se “il pilota” è poco smaliziato, ma ripaga alla grande con una manovrabilità ed un feeling che “le altre” si sognano!
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