Naish Session 5,3 08
Se ci pensate bene, tutti gli anni vi diciamo più o meno le stesse cose: vele più robuste, vele migliori… quest’anno però sia Session che Force, in fatto di costruzione, rispetto alle vele delle stagioni precedenti, sembrano veramente fatte di “ferro”!
Sarà la costruzione tri radial, sarà il monofilm 100% X-ply con tramatura più fitta a seconda delle zona, sarà il nuovo design con l’inserto in tramato che “irrobustisce” le vele, sarà l’adozione del materiale tramato in kevlar nei punti di maggiore sollecitazione… ma fatto sta, la Session 5,3 che abbiamo strapazzato a Mauritius, ha preso delle macinate fuori dal mondo e nonostante il vostro caporedattore si sia fatto tritare almeno un paio di volte, rimanendo “attaccato” alla vela, per non farsela portare via dagli schiumoni (ndr. lì se perdi la vela, sei morto!), il monofilm tramato ha “riportato” solo un paio di grosse “ditate” provocate dal gancio del trapezio. Migliorata sensibilmente la “durata” la Session conferma le sue origini di vela da onda, allo stesso tempo tollerante e nervosa, sempre a suo agio in condizioni di vento molto forte, adattissima ai surfisti non troppo pesanti dato che la spinta ai bassi regimi non è mai “devastante”. Armabile alla perfezione sia con il 430/21 consigliato sia con un 400/19 con buona percentuale di carbonio che ne esalta la morbidezza, in acqua la 5,3 si è stata una conferma.
Mi spiego meglio… le scorse stagioni avevo scelto l’abbinamento Session 4,2, 4,7 e Force 5,3 per avere più spinta nelle condizioni marginali, ma quest’anno, dato che il mio modo di surfare è cambiato e le uniche possibilità di migliorare le vedo in surfata, ho pensato bene di prendere la Session anche nella misura 5,3.
L’idea era quella di avere una vela che nella misura più grandicella, e nelle condizioni più rognose e iperventilate, non mi schiacci mai, lasciandomi solo il compito di pensare alla manovra che mi accingo a fare e non a correggere l’assetto della vela. La scelta si è rivelata azzeccata, anche se ho perso un minino di potenza in partenza in planata, (la Session paga qualcosina a vele un po’ più duttili nel vento più leggero e rafficato) ho ritrovato anche sulla 5,3 le sensazioni che mi ha fatto amare questa vela nelle misure più piccole. E cioè un estrema semplicità di conduzione con il vento forte, condizioni in cui la Session continua ad esibire un feeling morbido e flessibile. Potrete saltare in pieno controllo, con una vela sempre leggerissima sulle braccia e quando arriverete tra le onde beh… vi dimenticherete di avere la vela tra le mani, mentre surfate. Reattiva e allo stesso tempo “morbida”, un abbinamento difficilmente riscontrabile su altre vele che rendono la Session un must per surfare. Tutti i tester, sotto gli 80 kg che si sono alternati alla “guida”l’hanno valutata come la migliore “compagna” tra le onde. Nonostante la potenza moderata, rimane la vela wave provata con il più ampio range di utilizzo, adattissima anche alle condizioni on shore.
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