Se avvistate un Tiga 109…

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Quando domenica scorsa, il team di Wind News è apparso a Noli, alla buon’ora delle 13 (!), c’erano i Carabinieri che si intrattenevano con un surfista piuttosto… infreddolito. Constatato che l’atmosfera era tranquilla e collaborativa (non sono nate per fortuna le solite discussioni) ce ne siamo usciti per un’oretta di prova dei vari materiali di cui troverete i test nel numero di marzo. Lunedì i giornali locali riportavano la notizia del recupero di un windsurfista in difficoltà al largo di Noli… strano perchè non avevamo notato motovedette della Capitaneria di porto in azione. A svelare l’arcano ieri è arrivata in redazione la mail di Ivano, protagonista della brutta avventura alle cui richieste, che leggerete di seguito, cercheremo di dare una risposta sui prossimi numeri del giornale.
Per ora solo un consiglio: state più vicino a riva! Lo so anch’io che il vento sotto riva a Noli fa spesso schifo, che al largo è più forte e più steso… ma, se succede qualcosa, tipo rompere l’albero e si è troppo fuori, beh si rischia di finire, se va bene congelati, se va male… vi ritrovano a Hyeres, perchè passato Capo Noli, vento e corrente portano lì… parola di uno che qualche “traversata” Noli/Loano l’ha fatta, seguendo (da lontanissimo…) il Pedro!
Concludo con l’invito, se qualcuno ha notizia del materiale di Ivano, a mandare una mail a windnews@sabatelli.it
Vi metteremo in contatto con lui.

«Ciao Smink, ti racconto brevemente quello che mi è successo domenica, magari come giornalista sportivo ti interessa. Allora… il 3-2-08 sono uscito a Noli con la 4.5 e 109 lt, andava tutto bene, ma ad un tratto, mentre ero al largo (dove andiamo di solito) improvvisamente si è rotto l’albero.
Ho cercato di attirare l’attenzione di altri surfisti che erano un po’ più al largo e sopravvento di me, ma con nessun risultato, e nel frattempo spinto dalla corrente mi allontanavo sempre di più dalle traiettorie che normalmente percorriamo.
Ho cercato di rientrare con tutta l’attrezzatura, ma muoversi verso riva con tavola e rig spezzato era davvero difficile.
Decido allora di sganciare il Rig e di lasciarlo andare a mare, ma di salvare il boma (era nuovo) legandolo alla tavola con una cimetta che porto sempre con me.
Ma sono cose difficili da fare quando si è in acqua, c’è il mare mosso, si hanno le dita semi congelate ed arrivano violente raffiche di vento.
Infatti come da copione è arrivata una raffica che mi ha portato via la tavola, e mi sono trovato così solo ed abbandonato in mezzo al mare. Ho avuto un attimo di sconforto, ed ho anche pensato per una frazione di secondo: oggi muoio.
Ma poi ho visto che la muta semistagna 3/5 mm mi manteneva abbastanza caldo, che da buon ciclista sono abituato agli sforzi lunghi in condizioni meteo avverse e che non era ancora il caso di morire, e pur non essendo un ottimo nuotatore ho iniziato a nuotare con calma ed ottimismo verso riva.
Ho nuotato alternando stile libero e dorso, spesso solo con le gambe perché la muta inibisce un po’ i movimenti delle articolazioni, specie quelle superiori, ma man mano che procedevo verso riva scarrocciando verso capo Noli, il mare si calmava ed il mio ottimismo aumentava.
Verso la fine ho avuto crampi alle gambe (ma sono abituato anche a quelli), comunque giunto a 100 mt. da riva esattamente davanti al porto dei pescatori, sono stato avvistato da due surfisti, ed uno di loro mi è venuto incontro con la sua tavola risparmiandomi così qualche minuto di crampi.
Vado verso il parcheggio e vedo che arriva un auto dei Carabinieri, mi avvicino a loro e chiedo se sono li per una segnalazione di uomo in mare. Mi rispondono di no, dicono che sono li perché gli hanno segnalato un cane in spiaggia. Meglio così penso. Comunque i Carabinieri prendono i miei dati. Poco dopo arrivano i vigili del fuoco, e quelli erano li per me, ma non ho capito chi li avesse chiamati, forse alcuni velisti che regatavano al largo e che hanno avvistato il relitto del mio windsurf o qualcuno che mi ha avvistato.
Stanco ed infreddolito ho raccontato quello che era successo ai miei amici (che non si sono accorti di nulla), ho fatto una doccia, non avevo il rig da disarmare e quindi sono partito subito per casa.
Mi piacerebbe leggere su Wind News, al quale mi sono appena abbonato, un articolo dove si spieghi come evitare certe situazioni, quali controlli effettuare per prevenire rotture, ed il modo più efficiente per nuotare con l’attrezzatura quando è inservibile e trovare tutti i consigli di cui si ha bisogno per praticare questo sport in sicurezza, e di godere così al massimo.
Un aloha… Ivano
PS: Se sentissi che qualcuno avesse avvistato il mio Tiga 109 Lt, oppure il mio rig (magari come Fantozzi viene venduto a tranci al mercato del pesce di Savona), vela North Sails ICE 4.5 e boma North, fammelo sapere. Grazie…»

 

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2 replies


  1. per praticare questo sport in sicurezza bisogna stare seduti davanti al computer e guardare per ore i siti di windsurf!non dovrebbe succedere nulla così…
    a parte gli scherzi penso che faccia parte tutto del gioco.per la mia scarsa esperienza penso che sia utile guardare sempre l’usura dell’elastomero del piedino,cambiare spesso le cimette ed evitare assolutamente i bordi lunghi soprattutto con venti che portano a largo….per il resto è tutta sfiga…albero..vela…boma…se non ci sono evidenti rotture non si possono prevedere inconvenienti.
    dispiace che nessuno ti abbia notato…bisognerebbe essere un pò tutti più attenti in acqua


  2. ciao, questo we ho parlato con una velista che stava regattando su quelle barche al largo di noli….mi ha detto che una di queste barche ha recuperato una tavola che attualmete e’ al circolo di Finale…..
    spero possa essere la tua….c’era anche un trapezio legato….
    in bocca al lupo
    max

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