Naish Freeride slalom 125/2007
La tavola che sulla carta poteva sembrare decisamente più impegnativa da portare, si è invece rivelata una piacevole sorpresa.
Questo considerazione probabilmente legata al fatto di avere provato i due Naish con vele relativamente piccole rispetto al loro range di utilizzo, ci ha lasciato un po’ interdetti.
A dire la verità infatti tutti i tester, non molto avezzi alle tavole “slalom oriented” avevano rivolto la loro attenzione, come prima scelta, sull’Icon 130, tralasciando all’inizio questo Freeride Slalom 125.
Certo quando si dice slalom ovviamente siamo lontani anni luce da quelle tavole strettissime che facevano “fumare” la gamba dietro nei laschi assassini (che i più vecchi di voi ricorderanno), planando solo sulla pinna… anzi, a guardare bene e a giudicare dalle linee d’acqua, lo zio Naish si è limitato ad aggiungere ad un moderno freeride un po’ di velocità al traverso ed un po’ più di spunto nelle andature tecniche. Questa operazione alla fine dei conti ha avuto piena riuscita perchè il 125 si è rivelato una tavola freeride, leggera, bella rigida, con una spiccata “simpatia” per lo slalom.
Tanto per cominciare la costruzione “pro glass carbon” ci fornisce una tavola con un ottimo rapporto di peso, mentre l’accessoristica degna del nome (a parte le straps un pelo dure…) viene esaltata da una buona pinna power box di 44 cm, abbastanza “tirata”.
Va subito detto che non trattandosi del classico freeride che va avanti e continua a planare il 125 va portato in maniera “attiva”, caratteristica che regala sin da subito ottime soddisfazioni. Se siete in possesso di una buona tecnica, la partenza in planata, armati di una Naish Amp 7,0, leggera ed “onesta” nelle prestazioni, risulta immediata, paragonabile a tavole anche con una ventina di litri di volume in più. Tra il Freeride Slalom 125 e l’Icon 130, nonostante i cinque litri di volume in meno, non c’è partita: quando l’Icon parte, l’FS 125 ha già un mezzo bordo di vantaggio!
E naturalmente, una volta in planata, è molto più divertente perché si ha meno volume da portare a spasso: la tavola è bella nervosa e viva sotto i piedi per essere un 125 litri.
Lo spunto velocistico è significativo: se si hanno buone gambe si può continuare accelerare, sverniciando senza “ritegno” i freeride convenzionali. Questa tavola permette ai più smaliziati di divertirsi realmente sia che si decida di “assaporare” qualche bolina (anche se l’angolo non è da Formula…) sia che ci si “spari” qualche lascone, sicuri di essere ripagati con prestazioni migliori rispetto a qualunque freeride.
In strambata il Naish 125 si dimostra reattivo e si può condurre con un raggio di curvatura relativamente stretto, anche se richiede una spinta maggiore sul piede posteriore rispetto ad un freeride convenzionale. Tuttavia stramba anch’esso in modo buono, basta prenderci, un po’ la mano o meglio il piede.
In questo frangente pur essendo meno accessibile per i “principianti” rispetto ad un freeride “puro”, il Naish è “evolutivo”, nel senso che permette ai meno esperti di osare sempre di più, offrendo un sicuro appoggio nelle prime “vere” strambate power.
Non adatta ai chi esce dai corsi base a causa della distribuzione dei volumi un po’ più “slalom”, caratteristica che può far divertire i più smaliziati, ma può render la vita difficile a chi mette a malapena i piedi nelle straps… ripaga alla grande i surfisti esperti con prestazioni e vivacità di tutto rispetto.
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