Sidi kaouki 2006

sidi 06testi e foto © smink
«… ciao Valerio… buona pasqua… anche se in ritardo!
Sai se per caso Mattia ha la manovra di maggio già pronta?! Se si, la preparerei questa settimana perchè se no finisco il numero di maggio alle calende greche. Sono appena tornato dalla Francia… trasferta non malvagissima… un giorno con la 6,4 ed un altro con la 5,5…. la settimana prossima vado in Marocco con Anneliese della Sun and Fun a “visionare” uno spot… Sidi Kaouki dove tra l’altro si fa wave e, tra l’altro, abbiamo l’ok di Boujamaa Guilloul per fare un po’ di azione in acqua insieme a partire dal 24 aprile!»
«Mattia torna da Maui domani sera, quindi farò in modo di farti avere il tutto nei prossimi giorni. Per quanto riguarda il Marocco… bravo! A Sidi Kaouki ti divertirai e secondo me ci rivedremo lì quest’estate! Spero solo che trovi la condizione di vento (onda ce ne dovrebbe essere ), se hai fortuna trovi le Hawaii a portata di mano e vedrai che vi piacerà anche la città di Essaouira….»
Mai parole furono più azzeccate! Il buon Valerio aveva ragione… sia per quanto riguarda le condizioni “hawaiane”, sia per Essaouira!
Prima di cominciare lasciatemi però fare una doverosa precisazione: in questo report non starò troppo a dilungarmi dietro ad appunti di viaggio troppo dettagliati, in primo luogo perchè gli amici sardi che vi hanno raccontato la loro avventura nelle pagine precedenti sono stati molto esaustivi, in secondo luogo perchè ho voluto abbinare due modi di raggiungere e “vivere”il Marocco, proprio per dare ai lettori una visione più ampia.
La scelta di viaggiare in auto, furgone o camper, scelta più faticosa, ma che anch’io ho sempre prediletto per lo spirito di avventura o quella molto più comoda di viaggiare aereo, senza troppe preoccupazioni, la lascio a voi…

La nostra esperienza….
Comincerò con il dire che la mia visione del Marocco era un po’ “deturpata” dai racconti di estenuanti viaggi in auto, di lungo soste alla frontiera, ma soprattutto da una vecchia fotografia del buon Giorgio Giorgi a Molay, che mi ritornava spesso in mente quando si arrivava al dunque… al solito dilemma di dove andare in vacanza quest’estate?
Persino lo scorso anno ad un passo dalla meta, con il camper in quel di Tarifa, il ricordo di quella fotografia con una spiaggia, sporca e desolata, mi aveva portato alla conclusione di desistere… nell’ardua opera di convincimento della “compagnia” non surfista, con la quale viaggiavo. Sinceramente non mi può fregare di meno della spiaggia più o meno pulita od accogliente, ma il pensiero di dover poi sopportare i lamenti delle “accompagnatrici”… beh, mi aveva convinto a lasciar perdere!
Alla fine l’idea di una settimana, alla scoperta di Sidi Kaouki, con viaggio aereo fino a Marrakech e transfer in auto di circa 200 chilometri a Essaouira, con la sola preoccupazione di portarmi muta e trapezio, ha fatto il… miracolo!
Il 23 aprile, radunato alla Malpensa “l’equipaggio” di questa avventura e cioè chi vi scrive, il caro vecchio smink and Silvia, più Anneliese Wanke, nella veste di guida e Suzanne, svedese, ma siciliana di adozione, nella veste di rider agguerrita e… personal trainer delle ragazze in fatto di corsa e fitness, siamo partiti.
Ma da subito si è fatto strada un dubbio… se il buon giorno si vede dal mattino siamo fregati!
Lasciamo infatti Milano con 25/26° ed un tramonto inusualmente spettacolare ed approdiamo a Marrakech di notte, sotto un pioggia insistente ed un freddo… autunnale. La pioggia ci ha accompagnato in tutto l’interminabile viaggio in auto con un grand taxì prenotatoci per tempo da Felix, che gestisce il surf club di Sidi (ndr. i “grand taxì” sono quasi tutti delle mastodontiche berline Mercedes che si usano per i lunghi spostamenti da città a città, mentre all’interno dei centri urbani si utilizzano i “petit taxi”, tipo Fiat uno, Renault…). Ho scoperto nelle due trasferte da e per Marrakech che il pericolo maggiore in Marocco è rappresentato da questo tipo di trasferimenti e dall’umore di chi è alla guida.
Ma andiamo per gradi, Essaoiura ci ha accolto sotto l’acqua e gli ultimi 25 chilometri per raggiungere il borgo di Sidi Kauoki, sono stati eterni, dato che la strada si stringe e non si vedeva niente dal parabrezza, che il nostro pilota, manteneva pulito con uno straccio solo davanti a lui. Far funzionare la ventola per “sbrinare” il vetro sembrava essere troppo dispendioso.
No si sa come, ma siamo arrivati… e la mia idea che viaggiare in questo modo fosse molto meno “avventuroso” cominciava a venire meno…

Le sistemazioni….
Sidi Kaouki è un piccolo centro, non si può chiamare paesino, perchè ci sono solo quattro hotel con una ricettività di circa 60 posti, due o tre case private, un agglomerato di barretti che fanno da mangiare vicino alla spiaggia, una stazione della polizia, un tabaccaio ed un campeggio per camper, che ci vuole molta fantasia a chiamare campeggio. Una volta, quando a Sidi era permesso il campeggio libero, la spiaggia ospitava nella stagione estiva, in certi giorni, più di duecento windsurfisti, ma da quando è stato vietato questo tipo di stazionamento, la zona ha perso molti dei suoi entusiastici frequentatori.
Ci sono un paio di progetti nel cassetto per dotare la zona di un camping attrezzato, ma a quanto pare rimangono nel casetto ed il campeggio esistente è in pratica un campeggio libero senza nessuna dotazione o attrezzatura, ma a pagamento.
Quindi le sistemazioni in loco più gettonate sono i quattro hotels e le sistemazioni che propone Sun and Fun sono sostanzialmente due: l’hotel Marabout e gli appartamenti Wind Y Kaouki.
Il primo è un albergo molto semplice con camere arredate in stile marocchino, ma dotate di servizi privati, posto a 50 metri dalla spiaggia e a 200 dal Surf Club dove ci si sposta tutte le mattine per la prima colazione che l’hotel non offre. Il secondo, la nostra sistemazione, è un vero proprio castello in stile orientale di nuovissima costruzione, gestito da due amici italiani, Tino e Paolo.
Si tratta di una sistemazione, quasi di lusso, arredata con gusto e cura del dettaglio… e gli otto appartamenti per due e per quattro persone sono enormi, dotati di soggiorno con tanto di caminetto, spazio cucina attrezzato, camera da letto e bagno privato molto curato.
All’esterno, riparato dal veto c’è una piccola piscina e uno spazio, dove anche le accompagnatrici più “break balls” potranno dedicarsi, nelle giornate più ventose, in tutta tranquillità all’abbronzatura senza farsi “impanare” dalla sabbia in spiaggia.
La permanenza in questa sistemazione è piacevole, avvolta in un’atmosfera accogliente e rilassata, molto “aiutata” dalla cucina tipicamente marocchina, della moglie di Tino e soprattutto dai consigli Tino e Paolo, due windsurfisti di vecchia scuola, che hanno scoperto, anni fa, questo posto nel loro peregrinare a caccia di vento e onde. Il posto gli è tanto piaciuto che Tino ha deciso di fermarsi a viverci.
Per finire vi segnalo che questa sistemazione offre l’acqua calda, fondamentale alla sera per “sbrinarsi” dove aver surfato nelle freddine acque marocchine (portatevi la muta gamba lunga, manica corta anche d’estate perchè l’escursione termica tra fuori e dentro l’acqua si fa sentire maggiormente…).
L’acqua calda sembrerebbe una cosa ovvia, ma non lo è per tutte le sistemazioni, perchè c’è da tener conto che la zona è stata solo recentemente raggiunta dall’energia elettrica che viene fornita solo per poche ore al giorno, di solito dal tramonto fino all’una di notte e non tutti i giorni. Luce ed energia per fare funzionare i frighi e tutta quanto va ad elettricità, non ultime le pompe che erogano l’acqua, sono garantite da potenti generatori di cui gli hotels si sono autonomamente dotati.
Anche il residence Wind Y Kaouki, dista non più di 50 metri dalla spiaggia e a differenza del Marabout, offre la possibilità di consumare la prima colazione e la cena prenotandola sul posto di giorno in giorno. Tino andrà a scegliere il pesce appena pescato per le vostre cene, nel vicino insediamento di pescatori.
Come detto prima chi vuole può invece optare per la colazione o per la cena al Surf Center di Felix Gerl, un giovane tedeschino che gestisce insieme ai suoi due assistenti “locals” il centro Starboard/ Hot sails, di recentissima costruzione.

Il Surf Club sidi Kaouki
La nascita di questo centro (20 km a sud di Essauoira) ha fatto si che questa meta venga proposto per la prima volta quest’anno, nel catalogo della Sun and Fun Italia (Wanke 0365 953204 - 918700 - italia@sunandfun.de), aggiungendosi alla meta più classica di Essauoira, dove ci sono ben tre centri windsurf. Il Surf Club Sidi Kaouki è una costruzione di circa 400 metri quadrati, su due piani più ampio piano interrato, situata proprio davanti alla spiaggia. Il primo piano e la terrazza offrono due grandi solarium, riparati dal vento e serviti dal piccolo ristorante che garantisce le abbondanti colazioni e la possibilità di uno spuntino nell’arco della giornata. La parte, strettamente riservata al “tecnico”, si articola su due piani, quello sotterraneo dotato di un ampio spogliatoio con armadi privati dove lasciare le vostre cose sotto chiave e di doccie ed il piano terra, attrezzato per ospitare ben 70 vele Hot Sails Maui “armate” di alberi rdm carbon 90 e una trentina di tavole Starboard, sopratutto Evo, Acid, Diva per le ragazze che fanno wave e Freesex per i freestylers.
Al momento del nostro arrivo c’erano soltanto le “nostre” tavole Evo 75 e Acid 75 ed un Freesex 90, fatte arrivare per via aerea, ma Felix con il suo capiente furgone, è partito, il giorno dopo il nostro arrivo, alla volta di Amburgo per andare a prendere il grosso dell’attrezzatura. Dal 10 maggio il centro è perfettamente attrezzato…
Il fatto di avere tante tavole wave sui 75 litri e vele anche da 3,5, ci ha fatto capire, anche se non abbiamo beccato tantissimo vento nella settimana dal 23 al 30 aprile, che Sidi Kaouki è uno spot da vento forte e da potenzialità esplosive!

Il windsurf…
Sono bastati un paio di giorni con vento da 5.5 a 4.7 per darci un’idea precisa delle condizioni da sogno che le onde e la direzione del vento side shore, sono in grado di offrire ai wavers.
Un po’ meno affollato nella stagione estiva che il più famoso Moulay, (20 km a nord di Essauoira) relativamente più facile, ma altrettanto valido dal punto di vista onde, a Sidi basta fare un bordo per ritrovarsi con un sorriso da orecchio a orecchio. La lunghissima spiaggia di sabbia si stende per chilometri, lo shore break, in condizioni normali, soprattutto in estate quando le onde sono meno potenti, non necessita di troppe attenzioni per uscire e saltare e chiunque dotato di un minimo di tecnica potrà divertirsi alla grande.
Soprattutto quando nel bordo di rientro, capirete perchè questo posto è un vero paradiso per waver ed aspiranti tali: la direzione del vento che spira da nord/est, leggermente da terra, perfettamente side shore da destra, permette di surfare benissimo in front side. Basta aspettare il set giusto per spararsi sette, otto, nove bottoms su un’onda e i relativi cut back… potete scarrocciare abbondantemente mentre surfate, viste le dimensioni della spiaggia, lunga più di cinque chilometri e poi recuperare tranquillamente “terreno” nel bordo successivo ad uscire.
Questo spot è l’ideale per chi vuole migliorare la propria tecnica in surfata in relativa sicurezza. Dimenticatevi le surfate in front, “strascicate”, tipiche delle nostre condizioni on shore. Qui la direzione del vento e la disposizione delle onde permettono di velocizzare la surfate e di renderle più radicali. Bordo dopo bordo si affina la tecnica: i bottom diventano più ampi, cosa che permette di impattare l’onda nel successivo cut back, molto più verticali e veloci del solito e provare gli aerial non è più un lontano sogno…
Insomma una vera figata se tenete anche conto che è abbastanza difficile farsi male dato che il fondo è tutto di sabbia finissima.
Nel periodo estivo l’aliseo viene rinforzato da da un termico locale che permette di uscire con vele non più grandi della 4,7 e che attira molti surfisti da Essaouira dove il vento spesso spira meno forte. Negli ultimi due anni i mesi migliori sono stati giugno, luglio e settembre, mentre ad agosto la situazione è stata un po’ più altalenante con il vento che andava e veniva. Chi non è avezzo alle onde, non si spaventi: c’è anche la possibilità nei giorni in cui lo shore break si fa impegnativo e non ve la sentite di affrontare le onde, di spostarvi un paio di chilometri sopravento, con le vele montate all’interno del capiente furgone di Felix, per raggiungere la spiaggia di Taghinsa.
Si trova dopo l’insediamento dei pescatori, proprio sotto la duna, dove la costa curva per dare origine al promontorio di Cap Sim. Tanghisa ha la particolarità di offrire spesso e volentieri l’acqua piatta ed il vento molto più forte, visto che si abbassa ed accelera subito dopo la duna, rispetto agli altri spots della zona. E’ da tenere a mente in caso il vento sia troppo debole sia Essaouira che a Sidi Kaouki. Per chi è alla ricerca di onde più cattive, senza doversi spostare a Moulay, basta nelle giornate buone uscire davanti alle baracche dei pescatori pere trovare onde più grandi, ripide e violente che non a Sidi, ma con il pregio di essere molto più distanziate una dall’altra.

Il surf da onda…
Bene… penso di avervi dato un quadro abbastanza più o meno preciso delle condizioni windsurf e quindi non ho nessuna remora a passare a parlarvi del surf da onda.
Il Surf Club dispone di qualche boogie e di una decina di tavole Tabou, tra longboard e fun dalle 7’2” ai 7’10” più un paio di short board Bic, ma gli spot del circondario meriterebbero molto meglio. Davanti al centro, quando non c’è troppo vento, si può praticare il surf, ma le onde sono spesso e volentieri close out… quindi o si è molto bravi a surfare anche la schiuma o ci si fa un gran… culo per raggiungere la line-up, facendo ochette su ochette, per poi surfare un’onda che rompe tutta insieme. La soluzione è a portata di mano, il vicino promontorio di Cap Sim regala, condizioni bellissime e onde che si srotolano per centinaia di metri. Date un occhio alle foto di surf da onda pubblicate in queste pagina ed immaginate di surfare senza nessun problema di affollamento o precedenze, ma anzi con un po’ di timore per ritrovarsi da soli soli in acqua a scegliere l’onda migliore.
Tutta la costa marocchina da Tangeri per più di 2000 chilometri fino allo spot di Dakhla, reso famoso ultimamente dalle gesta in windsurf del buon Kauli Seadi, sono ottime per il surf da onda. Al proposito, dato che ho surfato solo Sidi e Cap Sim ho preferito chiedere un po’ di consigli all’amico Marco Colaneri, gestore di uno dei migliori surf shop della nostra zona, in quel di Varazze, anche lui da poco tornato da una spedizione in Marocco.
«Che dire di un viaggio così?
Tanti chilometri, tanti spot diversi.
Da Casablanca in poi ci sono onde surfabili ovunque. C’è anche un pezzo di Autostrada, arriva fino a Safi. E gli fa un mazzo tanto alla nostra Savona-Ventimiglia, cantiere aperto perenne e cara come il sangue. Solo una raccomandazione: rispettate i limiti di velocità in tutte le strade. Ci sono controlli ovunque, anche in mezzo al nulla. Vedi la gente in carrozza o a dorso di mulo tipo medioevo, ma la polizia ha tutti gli aggeggi più sofisticati per fregarti.
Periodo ideale per prendersi onde e temperature miti sia in acqua che fuori va da settembre a maggio. Le perturbazioni che colpiscono le Canarie arrivano anche in Marocco, come condizioni di mare sono molto simili. Nei dintorni di Agadir e Safi comincia ad esserci un discreto affollamento di surfisti, ma vista l’abbondanza di spot e di onde, il problema non si sente. Abituati al mare nostrum, laggiù è un paradiso.»
Detto questo eccoci pronti per….

Le considerazioni finali
Tanto si è detto e si è scritto sul Marocco e sui suoi abitanti persino nelle pagine che hanno preceduto questo mio articolo e quindi sarò molto breve. Dire che quel poco che ho visto del Marocco, Sidi Kaouki, Essaouira, Mar-rakech… mi è piaciuto è dire poco. Sono entusiasta di questa terra, che nella mia ignoranza (questa volta non vi metto abissale, tanto per cambiare un po’…) mi aspettavo come una “copia” dell’Egitto… niente di più sbagliato.
Al posto della desolazione e delle pietraie ci ha accolto un paese, pieno di verde forse anche per le recenti pioggie, più probabili in questa stagione, ma molto più simile alla nostra Sardegna che ad paese arabo.
E la popolazione è estremamente diversa da quello che mi aspettavo… gente di tutti i tipi e soprattutto tante donne in giro, al lavoro, cosa che in Egitto è quasi impensabile vedere, vestite tradizionalmente, ma anche nei più “succinti” abbigliamenti alla moda occidentali. Un bel mix di moderno e tradizione che l’influenza francese ha accentuato ulteriormente.
Girare tranquilli per Essaouira, (a Marrakech è già diverso anche se la polizia è decisamente severa con chi dà fastidio ai turisti…) con la sensazione di essere in un film di Salvatores e di essere invisibile perchè nessuno ti spinge dentro i negozi o ti abborda per farti entrare in qualche ristorante, ti permette di osservare con un po’ più di attenzione la vita dei locali. Sicuramente traspare una grandissima povertà, ma anche dignità in un modo di vivere molto diverso dal nostro e tantissime contraddizioni… tanto per dirne una, magari molti non hanno l’energia elettrica in casa, ma tutti, hanno in tasca il telefonino!
Insomma non voglio dilungarmi, ma vi dico soltanto che la voglia di tornare in Marocco questa estate è proprio tanta…
Concludo con una considerazione finale forse anche perchè dietro la buona riuscita di un viaggio, che ti lascia ricordi nel cuore e nella mente a cui pensi con un sorriso e con nostalgia, c’è anche la variabile legata alla compagnia. Provate un po’ ad andare in vacanza con degli spakka balls e poi vedrete che ricordi!
In questo caso, mai compagnia fu più azzeccata… e dire che ero attorniato da donne. Ma Silvia è il solito punto fermo che si adatta a tutto con un sorriso, Anneliese ci ha fatto in pratica da balia, risolvendoci tutti i problemi e allietandoci le serate con i succosi aneddoti della sua vita e Suzanne si è rivelata, oltre ad un windsurfista bella agguerrita, anche una squisita compagna di avventura.

scarica il report in formato pdf

 

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